Il termine diastema deriva dalla lingua greca antica e significa “intervallo”.
Che cosa è il diastema?
Con esso, normalmente, si intende la distanza che esiste tra due denti vicini e si riscontra soprattutto tra i due incisivi centrali superiori.
Nel periodo medioevale il diastema veniva associato alla figura del diavolo, e nella seconda metà del 1300 lo stesso Geoffrey Chaucer nei “Canterbury Tales” scelse una donna con diastema come personificazione del tradimento. Ora invece, conseguentemente al fatto che svariate persone famose presentano questa imperfezione, viene addirittura definito come un segno portafortuna in alcune culture: ad esempio, i francesi chiamano gli incisivi superiori con diastema anche “dents du porte-bonheur” (denti portafortuna).
Quali sono le cause del diastema?
Le cause di questa condizione possono essere svariate.
In rari casi il diastema può essere proprio l’assenza di un elemento dentale (agenesia), ma tendenzialmente andiamo a considerare come diastema la fessura o “finestrella” che si crea tra due denti presenti e non trasposti.
In primo luogo, può essere dovuto a natura fisiologica.
Ad esempio, l’arcata mascellare può essere troppo ampia rispetto alla grandezza dei denti che, risultando troppo piccoli, non riescono a coprire gli spazi; in questo caso ci sarà probabilmente la presenza di un diastema multiplo. Oppure, vi può essere un’ipertrofia del frenulo labiale: ciò significa che il filo di mucosa che unisce il labbro alla gengiva impedisce l’avvicinamento degli incisivi, presentando in questo caso un diastema singolo.
Un’ulteriore causa può essere la presenza di un mesiodens: si tratta di un dente soprannumerario rispetto la normale formula dentale, che nel caso non riesca ad erompere dalla gengiva può ostacolare il corretto posizionamento contiguo di un incisivo rispetto all’altro.
In secondo luogo, la causa può essere anche di natura “meccanica”. Un utilizzo smodato del ciuccio, la suzione del pollice, una cattiva deglutizione e posizionamento della lingua, possono facilmente portare alla formazione del diastema tra gli incisivi superiori.
Il diastema non è solo un problema puramente estetico ma può causare altri disagi funzionali. L’assenza del contatto fra i denti può facilitare maggiormente durante la masticazione l’insorgere di traumi gengivali.
Come risolvere il difetto estetico?
Ci sono svariati metodi per perfezionare l’estetica e la funzionalità del sorriso andando a correggere il diastema, alcuni più invasivi altri più “naturali”.
Cominciamo ad illustrare le due soluzioni poco conservative: la corona e l’impianto dentale. Nel primo caso parliamo di incapsulamento del singolo elemento o dei due denti con corone artificiali che possono essere di materiali diversi; nel secondo caso, invece, vi è la sostituzione completa del dente con una protesi, che andrà monitorata e sostituita più volte nell’arco della vita.
Partiamo dal presupposto che, secondo l’odontoiatria moderna, “prevenire è meglio che intervenire”: il miglior impianto dentale realizzabile dal miglior professionista non sarà mai funzionale quanto un dente proprio – per questo motivo, si tende sempre a procedere per gradi nei trattamenti, partendo dalla soluzione meno artificiosa possibile per arrivare, solo ed esclusivamente onde richiesto, a interventi più invasivi.
Ecco quindi che arriviamo a considerare il rimedio di gran lunga più utilizzato, quale metodo più “naturale” e rispettoso della propria struttura dentale: si tratta dell’apparecchio, sia esso fisso (brackets) o mascherine trasparenti.
Ovviamente, le tempistiche per la correzione del diastema con apparecchio variano in base al tipo di trattamento più adeguato per il caso specifico.
È da tener presente che per i primi periodi post trattamento sarà comunque necessario l’uso di una contenzione per mantenere il risultato; tuttavia, è innegabile che il sacrificio porterà alla incomparabile soddisfazione di sfoggiare una bella dentatura naturale, allineata in modo permanente, del tutto funzionale alla masticazione